Giornata internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori domestici
Sempre più essenziali ma spesso trascurati: le lavoratrici e i lavoratori domestici in tempi di crisi
Le lavoratrici e i lavoratori domestici forniscono servizi di cura che sono essenziali per le nostre famiglie, eppure il loro contributo spesso non viene riconosciuto. Con l’intensificarsi delle crisi globali, questo articolo riflette sull'urgenza di valorizzare e proteggere il lavoro domestico e di promuovere un lavoro dignitoso per tutti, in linea con la Convenzione OIL n. 189.
16 giugno 2025
Dai cambiamenti climatici e dalle tensioni geopolitiche alla perdita del lavoro, all’aumento del costo della vita e alle crescenti disuguaglianze, stiamo assistendo a un momento storico senza precedenti, spesso travolgente, e caratterizzato da molteplici crisi che si sovrappongono.
In queste circostanze, entriamo in modalità sopravvivenza, lavorando per salvaguardare e sostenere ciò che consideriamo essenziale: le nostre famiglie e le nostre case. Il lavoro di cura è l’essenza della nostra umanità. Esso nutre le nostre società e sostiene le nostre economie. In tempi di crisi, è di una società solidale che abbiamo più bisogno. Sebbene la maggior parte del lavoro di cura non sia retribuito, una parte sostanziale è erogata da lavoratrici e lavoratori retribuiti, molti dei quali sono lavoratori domestici. E i lavoratori domestici, come molti lavoratori addetti alla cura, continuano regolarmente a lavorare anche in caso di emergenza, prendendosi cura di bambini, anziani e persone con disabilità, spesso a scapito della propria sicurezza e del proprio benessere.
I lavoratori domestici sono coloro che forniscono servizi di cura e assistenza diretta e indiretta all’interno o per conto di famiglie private. L’OIL stima che nel mondo ci siano 75,6 milioni di lavoratori domestici di età superiore ai 15 anni, eppure il loro contributo spesso non viene riconosciuto e tutelato.
Quattordici anni fa, il 16 giugno 2011, l’OIL ha adottato la Convenzione n. 189 sulle lavoratrici e i lavoratori domestici. Questa Convenzione riconosce il contributo significativo dei lavoratori domestici all’economia globale, consentendo opportunità di lavoro retribuito, servizi di assistenza e trasferimenti di reddito all’interno e tra i paesi. Essa invita gli Stati membri ratificanti a garantire un lavoro dignitoso ai lavoratori domestici, su un piano di parità con gli altri lavoratori, sia di diritto che di fatto.
La Risoluzione dell’OIL sul lavoro dignitoso e l’economia della cura ha ribadito nel 2024 che i lavoratori domestici sono fondamentali nell’erogazione dei servizi di cura. Essi sono comunque i lavoratori meno tutelati nel settore.
I dati suggeriscono che la forza lavoro domestica continuerà a crescere. Si stima che entro il 2030, circa 2,3 miliardi di persone avranno bisogno di servizi di assistenza e di cura e molti paesi stanno già affrontando una significativa carenza di manodopera a causa dell’invecchiamento della società. Le lavoratrici e i lavoratori domestici rappresentano almeno il 25 per cento dei lavoratori dell’assistenza, e in determinati contesti, essi costituiscono una percentuale di gran lunga superiore.
Di fronte a questa crisi dell’assistenza, i paesi si stanno rivolgendo sempre più ai lavoratori domestici, spesso lavoratori domestici migranti, per soddisfare le esigenze di assistenza e di cura.
Ma a quali condizioni?
Il lavoro domestico rimane sottovalutato, sottopagato e non regolamentato. L’’81 per cento della forza lavoro è intrappolata nel lavoro informale, privo di tutele legali e sociali, costretta a lunghi orari di lavoro, bassi salari e accesso limitato alle misure di sicurezza e salute sul lavoro. Le lavoratrici e i lavoratori domestici sono inoltre esposti a varie forme di abuso, violenza e molestie e spesso non sono rappresentati nel dialogo sociale, il che ostacola la loro capacità di promuovere condizioni migliori.
Nonostante le famiglie spesso preferiscano l’assistenza domiciliare piuttosto che quella presso delle strutture e istituzioni di cura, gli investimenti nell’economia dell’assistenza raramente si rivolgono alle lavoratrici e ai lavoratori domestici. E durante le crisi, le lavoratrici e i lavoratori domestici si sono spesso ritrovati senza lavoro, alloggio o protezione sociale, senza l’assistenza di cui hanno bisogno per sopravvivere.
È paradossale invocare investimenti nell’assistenza e tacere su queste disuguaglianze nel settore del lavoro domestico, a predominanza femminile. Dall’adozione della Convenzione OIL sui lavoratori domestici del 2011 (n. 189), molti paesi hanno esteso le leggi sul lavoro per proteggere meglio le lavoratrici e i lavoratori domestici e integrarle nei loro sistemi di sicurezza sociale. Negli ultimi 14 anni, l’OIL ha supportato oltre 60 paesi nella realizzazione dei diritti e del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori domestici. Nonostante questi progressi, tuttavia, permangono lacune significative. Ci sono passi che si possono intraprendere per rendere il lavoro dignitoso una realtà per le lavoratrici e i lavoratori domestici. In questo modo, si può iniziare a costruire una società modellata sulla cura, incluso il lavoro domestico, come motore economico essenziale e prerequisito per una resilienza condivisa.
Mentre il mondo si riprende da qualsiasi tipo di crisi, gli investimenti nel lavoro domestico e nell’economia dell’assistenza contribuiranno a costruire società più resilienti, eque e con pari opportunità di genere. I governi possono garantire che i lavoratori domestici siano riconosciuti nelle politiche di assistenza come prestatori di servizi, garantendo al contempo l’accesso a servizi per il lavoro, la protezione sociale e i servizi di cura che soddisfino i bisogni delle cittadine e dei cittadini.
Le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e delle famiglie svolgono un ruolo fondamentale nel dare voce al settore attraverso il dialogo sociale. I datori di lavoro possono costituire organizzazioni che riflettano il loro interesse a servizi di cura di qualità e che siano accessibili e appropriati, incluso rispetto ai costi.